martedì 13 agosto 2013

Di treni e amore

Di recente sono diventata un' habitué del treno, dacchè devo andare a trovare Quattro del Cuore.  


Quattro del Cuore è il ragazzo con cui sto uscendo, cosa che non credevo possibile.
Io e Quattro del Cuore eravamo amici, ma ci piacevamo da un po'. La situazione era tragica: io sono una frana con gli uomini, manco di femminilità e capacità flirtatorie e lui era decisamente troppo timido. Una condanna alla friendzone, in pratica. 
Poi, a Cittàdelcavolo durante il viaggio per il concerto degli Iron Maiden abbiamo allegramente alzato il gomito col Rum e da lì ci siamo ritrovati insieme. 

A volte l'alcol è davvero una buona idea.
Questo prima che diventi motivo di copiosi sbocchi, ma tant'è.

Una solida storia d'amore è sempre basata sull'alcol.


Dicevo, dal momento che Quattro del Cuore abita a un'ora di distanza siamo costretti al più selvaggio pendolarismo ed io ho dato parte delle mie ore giornaliere e della mia pazienza alle ferrovie del sud est, che non brillano certo per efficienza. 

Il viaggio in treno si articola in 3 grandi -e spesso scabrose- avventure:

1) La ricerca del biglietto. Una vera odissea, se si cerca di trovare un misero biglietto in una delle stazioni minori, quelle dove i vagoni puzzolenti sostano per un minuto scarso prima di ripartire. Ci sono svariate stazioncine lungo la mia tratta di un'ora e dieci e sebbene sarebbe più comodo per me prendere il treno da quella vicino al mio paesino, non posso farlo.
Perchè? Perchè le biglietterie sono tutte chiuse e quelle automatiche sono rotte. Ridicolmente rotte.
Non ci credete? Eccone la prova:


Con le macchinette automatiche a pezzi e le biglietterie chiuse, gli intrepidi e onesti viaggiatori che vorranno munirsi di biglietto dovranno recarsi alla stazione centrale, dal momento che è lì che si trova l'unica biglietteria funzionante. (è un assurdo controsenso, lo so. Forse un giorno ne parleranno a Voyager- il piacere della scoperta. Ciao Bobby Giacobbo, ciao.)
Ed è lì che finalmente si conquisterà il biglietto, in un momento di euforia e giubilo quasi fosse il golden ticket di Willy Wonka.


2) La ricerca del vagone.
E' a questo punto che inizia la vera epopea drammatica: nessuno,  e per "nessuno" non intendo il nickname di Ulisse, ma proprio nessuno ha la più pallida idea di quale sia il binario da cui partirà il vostro treno. Non il bigliettaio -gentilissimo ed informato- TIODIO-, non i capistazione, non i tabelloni elettronici che non funzionano. Vi troverete quindi a vagare come anime in pena in cerca del vagone chiedendo al primo che passa se sappia da dove parte il vostro treno. Con un po' di fortuna potrete farcela.

3) Il viaggio vero e proprio.
Trovato biglietto e binario inizia il vero momento del viaggio: nei miei viaggi di un'ora mi sono imbattuta nelle più disparate tipologie di viaggiatori, dalla vecchietta nostalgica che ti racconta il fiore sella sua gioventù, all'adolescente puzzone che ascolta dubstep a volume centomila, passando per coloro che parlano al cellulare gridando e quelli che ti vedono leggere un libro ed iniziano a spoilerartelo in completo entusiasmo mentre a te sale l'omicidio.
La grande avventura del treno è un grande "Mon Dieu" e ogni volta nasconde indicibili sorprese.

Mon Dieu e buon viaggio.


domenica 4 agosto 2013

Mai un cipiglio con la Golden brown



Dopo una lunga ed estenuante sessione estiva sono tornata alla carica, riprendendo le buone vecchie abitudini come dormire, girarmi i pollici, dormire, contare i granelli di sabbia che si incollano alle caviglie, giurare vendetta alle zanzare assetate di sangue, dormire e recuperare telefilm e film che ho lasciato indietro. Insomma si, tutta vita sociale.

Ho finito Don't trust the b---- in apt 23 (tristemente cancellato alla seconda stagione), iniziato a seguire The fades e The Borgias e recuperato la terza stagione di Game of Thrones, che merita un post a parte e decisamente tante lacrime.

In più sono finita nel giro della droga: mi sono data a film e libri sul tema "eroina" e Madreh si sta iniziando a chiedere se non sia il caso di preoccuparsi. Controlla che dai cassetti non spariscano i cucchiaini.

L'allegro trip sull'eroina è iniziato leggendo Noi, ragazzi dello zoo di Berlino di Christiane F., il libro più crudo che io abbia mai letto. Letto tutto ad un fiato nel giro di qualche ora, è sconvolgente molto più dell'omonimo film. Il romanzo, essendo raccontato in prima persona, permette di immedesimarsi completamente nel personaggio e sentirsi coinvolti in tutte le sue vicende. Per tutto il libro si avverte la sensazione che tutto ciò che capita a Christiane, appena tredicenne, sia inevitabile, gli eventi concatenati tra loro in un susseguirsi frenetico di emozioni contrastanti.
Il film tratto dal libro non è assolutamente all'altezza, l'unica cosa degna di nota sono le musiche di David Bowie, ma questa è la mia personale opinione.



 Poi sono passata a Trainspotting, capolavoro assoluto di Danny Boyle, ispirato al romanzo di Irvine Welsh -prossimamente nella mia libreria.
Che dire, la sola presenza di Ewan Mcgregor e il monologo finale sarebbero un buon motivo per adorarlo. Le scene dell'effetto dell'eroina o della rota sono geniali, girate in maniera magistrale e la recitazione è eccezionale. Certo non è un film leggero da guardare coi nipotini duenni alle cene di famiglia (a meno che non li si voglia sconvolgere), ma merita davvero di essere guardato e riguardato.






Infine, l'ultimo del ciclo eroinomani è  Requiem for a dream. Ora, se Trainspotting con i suoi monologhi iniziale e finale vi aveva messo un po' di curiosità riguardo all'eroina, Requiem for a dream ve la farà passare tutta. E' una sorta di antidoto, sono due film quasi complementari. Anche quest'ultimo è spettacolare, soprattutto per musiche ed espedienti registici come gli split screen e la rapidità con cui si susseguono le scene.
E poi c'è Jared Leto che è sempre un belvedere.




E come dicevano gli Stranglers "never a frown with golden brown" - Mai un cipiglio con la Golden brown.