Io stamattina sono andata a correre. No dico, a correre. Mia
sorella va a correre da circa 3 mesi quasi tutte le mattine e ieri sera con un
cornetto alla nutella sullo stomaco e i sensi di colpa in pancia tasca ho fatto l’insana
richiesta:
“domani mattina posso venire con te?”
Vi lascio immaginare lo sgomento generale, l’ammutolimento
improvviso dei presenti che hanno girato le loro teste verso di me con sguardo
perplesso. Con fare sconcertato mi ha detto “si”.
Stamattina alle 6 volevo morire. Ero lì avvolta nelle mie coperte
con la temperatura ideale, quella temperatura che neanche se pagassero con
tutti gli ori di eldorado ti alzeresti dal letto una volta
che è raggiunta e mi stavo giustappunto maledicendo, perché fuori la mattina è
FREDDO.
Non ascoltate i corridori mattinieri accaniti, che definiscono
l'aria mattutina frizzante e annebbiano il tuo buon senso con
false promesse di salute, perché se corri la mattina ti svegli meglio e poi
affronti la giornata in maniera più positiva.
Sono dei gran BUGIARDI.
La mattina è freddo e quando inizi a correre sudi, il che vuol dire che se
togli la giacca che hai sapientemente messo per proteggerti perché dopo un po’
senti caldo, il freddo ti si appiccicherà sulla pelle come un polpo allo
scoglio, facendoti sentire anche brutta e viscida come un polpo e esponendoti
al pericolo di una possibile febbre.
In più sei attorniata da corridori felici. Sono ovunque, sono come
una grande setta di cui sai l’esistenza ma non puoi immaginare che siano così
tanti. E sono sorridenti.
Tu hai la faccia stravolta in un ghigno informe di fatica e dolore e loro
sfoggiano sorrisi degni delle migliori pubblicità di colgate. E poi parlano. Parlano tra loro,
alcuni ti passano davanti 5 volte mentre tu stai ancora affrontando
strenuamente il primo giro e parlano come se stessero tranquillamente seduti ad
un bar a sorseggiare spritz in allegria. Tu invece credi che i tuoi polmoni
cederanno, perché altro che le sigarette, è la corsa che fa male alle vie
respiratorie. E alla milza. E ai polpacci. E all’autostima.
Inoltre per aggiungere carbone alla brace, per tornare a casa
prima e salvare quello che restava del mio fiato, Sorella ha deciso di prendere
una scorciatoia. Peccato che abbia sbagliato strada
e ci siamo trovate perse in una landa desolata di campagna circondate da
nient’altro che terra rossa e tronchi di ulivi. Io continuavo a maledirmi
mentre Sorella cercava di spiegare per telefono a Padre come fossimo arrivate
in quel posto barbaro. Io nel frattempo avevo già immaginato che saremmo morte
abbandonate a noi stesse, Senza acqua e costrette ad accendere il fuoco con i
bastoncini una volta calata la notte.
Alla fine siamo tornate a casa sane e salve e dal momento che ero
molto provata, ho subito recuperato le energie con una colazione che più che
colazione era pranzo e cena insieme.
Ma vabbè son dettagli.
Ps. Se voi che leggete siete corridori mattinieri convinti non
siate offesi, ma non so proprio come facciate.
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