martedì 1 ottobre 2013

martedì 13 agosto 2013

Di treni e amore

Di recente sono diventata un' habitué del treno, dacchè devo andare a trovare Quattro del Cuore.  


Quattro del Cuore è il ragazzo con cui sto uscendo, cosa che non credevo possibile.
Io e Quattro del Cuore eravamo amici, ma ci piacevamo da un po'. La situazione era tragica: io sono una frana con gli uomini, manco di femminilità e capacità flirtatorie e lui era decisamente troppo timido. Una condanna alla friendzone, in pratica. 
Poi, a Cittàdelcavolo durante il viaggio per il concerto degli Iron Maiden abbiamo allegramente alzato il gomito col Rum e da lì ci siamo ritrovati insieme. 

A volte l'alcol è davvero una buona idea.
Questo prima che diventi motivo di copiosi sbocchi, ma tant'è.

Una solida storia d'amore è sempre basata sull'alcol.


Dicevo, dal momento che Quattro del Cuore abita a un'ora di distanza siamo costretti al più selvaggio pendolarismo ed io ho dato parte delle mie ore giornaliere e della mia pazienza alle ferrovie del sud est, che non brillano certo per efficienza. 

Il viaggio in treno si articola in 3 grandi -e spesso scabrose- avventure:

1) La ricerca del biglietto. Una vera odissea, se si cerca di trovare un misero biglietto in una delle stazioni minori, quelle dove i vagoni puzzolenti sostano per un minuto scarso prima di ripartire. Ci sono svariate stazioncine lungo la mia tratta di un'ora e dieci e sebbene sarebbe più comodo per me prendere il treno da quella vicino al mio paesino, non posso farlo.
Perchè? Perchè le biglietterie sono tutte chiuse e quelle automatiche sono rotte. Ridicolmente rotte.
Non ci credete? Eccone la prova:


Con le macchinette automatiche a pezzi e le biglietterie chiuse, gli intrepidi e onesti viaggiatori che vorranno munirsi di biglietto dovranno recarsi alla stazione centrale, dal momento che è lì che si trova l'unica biglietteria funzionante. (è un assurdo controsenso, lo so. Forse un giorno ne parleranno a Voyager- il piacere della scoperta. Ciao Bobby Giacobbo, ciao.)
Ed è lì che finalmente si conquisterà il biglietto, in un momento di euforia e giubilo quasi fosse il golden ticket di Willy Wonka.


2) La ricerca del vagone.
E' a questo punto che inizia la vera epopea drammatica: nessuno,  e per "nessuno" non intendo il nickname di Ulisse, ma proprio nessuno ha la più pallida idea di quale sia il binario da cui partirà il vostro treno. Non il bigliettaio -gentilissimo ed informato- TIODIO-, non i capistazione, non i tabelloni elettronici che non funzionano. Vi troverete quindi a vagare come anime in pena in cerca del vagone chiedendo al primo che passa se sappia da dove parte il vostro treno. Con un po' di fortuna potrete farcela.

3) Il viaggio vero e proprio.
Trovato biglietto e binario inizia il vero momento del viaggio: nei miei viaggi di un'ora mi sono imbattuta nelle più disparate tipologie di viaggiatori, dalla vecchietta nostalgica che ti racconta il fiore sella sua gioventù, all'adolescente puzzone che ascolta dubstep a volume centomila, passando per coloro che parlano al cellulare gridando e quelli che ti vedono leggere un libro ed iniziano a spoilerartelo in completo entusiasmo mentre a te sale l'omicidio.
La grande avventura del treno è un grande "Mon Dieu" e ogni volta nasconde indicibili sorprese.

Mon Dieu e buon viaggio.


domenica 4 agosto 2013

Mai un cipiglio con la Golden brown



Dopo una lunga ed estenuante sessione estiva sono tornata alla carica, riprendendo le buone vecchie abitudini come dormire, girarmi i pollici, dormire, contare i granelli di sabbia che si incollano alle caviglie, giurare vendetta alle zanzare assetate di sangue, dormire e recuperare telefilm e film che ho lasciato indietro. Insomma si, tutta vita sociale.

Ho finito Don't trust the b---- in apt 23 (tristemente cancellato alla seconda stagione), iniziato a seguire The fades e The Borgias e recuperato la terza stagione di Game of Thrones, che merita un post a parte e decisamente tante lacrime.

In più sono finita nel giro della droga: mi sono data a film e libri sul tema "eroina" e Madreh si sta iniziando a chiedere se non sia il caso di preoccuparsi. Controlla che dai cassetti non spariscano i cucchiaini.

L'allegro trip sull'eroina è iniziato leggendo Noi, ragazzi dello zoo di Berlino di Christiane F., il libro più crudo che io abbia mai letto. Letto tutto ad un fiato nel giro di qualche ora, è sconvolgente molto più dell'omonimo film. Il romanzo, essendo raccontato in prima persona, permette di immedesimarsi completamente nel personaggio e sentirsi coinvolti in tutte le sue vicende. Per tutto il libro si avverte la sensazione che tutto ciò che capita a Christiane, appena tredicenne, sia inevitabile, gli eventi concatenati tra loro in un susseguirsi frenetico di emozioni contrastanti.
Il film tratto dal libro non è assolutamente all'altezza, l'unica cosa degna di nota sono le musiche di David Bowie, ma questa è la mia personale opinione.



 Poi sono passata a Trainspotting, capolavoro assoluto di Danny Boyle, ispirato al romanzo di Irvine Welsh -prossimamente nella mia libreria.
Che dire, la sola presenza di Ewan Mcgregor e il monologo finale sarebbero un buon motivo per adorarlo. Le scene dell'effetto dell'eroina o della rota sono geniali, girate in maniera magistrale e la recitazione è eccezionale. Certo non è un film leggero da guardare coi nipotini duenni alle cene di famiglia (a meno che non li si voglia sconvolgere), ma merita davvero di essere guardato e riguardato.






Infine, l'ultimo del ciclo eroinomani è  Requiem for a dream. Ora, se Trainspotting con i suoi monologhi iniziale e finale vi aveva messo un po' di curiosità riguardo all'eroina, Requiem for a dream ve la farà passare tutta. E' una sorta di antidoto, sono due film quasi complementari. Anche quest'ultimo è spettacolare, soprattutto per musiche ed espedienti registici come gli split screen e la rapidità con cui si susseguono le scene.
E poi c'è Jared Leto che è sempre un belvedere.




E come dicevano gli Stranglers "never a frown with golden brown" - Mai un cipiglio con la Golden brown.


sabato 15 giugno 2013

Whatsername

L'estate scorsa a giugno stilai una lista delle cose che volevo fare nei tre mesi più caldi dell'anno e uno dei punti era riaverti. Di tutte le cose che ho messo in quella lista questa è stata l'unica che ho fatto.
Avevo mille progetti, progetti banali, volevo fare il giro di tutte marine della zona, mangiare cibo indiano, leggere Palahniuk, vedere Il Gladiatore, fare un falò sulla spiaggia.
Alla fine ti ho riavuto e mi hai dato esattamente quello che volevo: una bella storia  da raccontare. Tu sarai sempre colui che mi ha spezzato il cuore prima degli altri, quello che ha scalfito quello che era impenetrabile, quello che ha distrutto le mie difese e ed ha colpito dritto al punto in cui nessuno era arrivato. Ti ho amato, credo. Non sono nemmeno sicura che quello fosse amore, io non lo so che cosa sia l'amore e mi fa ridere l'idea che possa esistere. Però tu mi hai fatto sentire inerme, mi hai fatta sentire vulnerabile, io pendevo dalle tue parole, ti odiavo per questo e per questo non volevo che mi lasciassi. Mi hai fatta tua e magari neanche lo volevi. Io ero completamente, totalmente ed esclusivamente tua.
Quei progetti che sono rimasti incompiuti li voglio realizzare ed oggi il merito è solo suo.
Probabilmente nemmeno lui sarà il grande amore della mia vita, però lui mi sta guarendo. Mi ha guarito e continua a farlo.
 Un anno fa non pensavo che questo fosse possibile, pensavo che non mi sarebbe piaciuto nessun altro e ora sento le farfalle nello stomaco per lui e sono fortissime. Sono delle fottute farfalle svolazzanti che mi sconquassano lo stomaco e mi fanno tanto solletico da farmi ridere di gusto, da farmi sorridere involontariamente.
Avevo paura del confronto e sono tutt'ora terrorizzata dall'idea di starci insieme. Non sono abituata a stare con qualcuno, ma lui potrebbe essere davvero buono per me, potrebbe farmi felice e già lo sta facendo. Mi hai distrutta, mi hai portata a fondo, negli abissi come una nave piena d'acqua che scivola nei fondali dell'oceano e ora lui mi sta riportando a galla. Credo che potrei convivere con questa sensazione, credo che mi farebbe stare bene. Se tu eri intenso e distruttivo, lui è la mia ancora di salvezza.
Rimarrai per sempre il mio primo grande amore e si sa che i primi amori non si scordano mai, ma oggi, oggi sono davvero felice che tu non ci sia.

"And in the darkest night if my memory serves me right,
 I'll never turn back time, forgetting you, but not the time"

Ciao.

lunedì 3 giugno 2013

Si, insomma, diciamo che io ti maledico

Ho un blog, sono nel cyberspazio anch'io e non lo aggiorno mai.
La costanza non è mai stata il mio forte.

Ho moltissimi post salvati nelle bozze, uno celebra l'avvento dell'estate (l'ho scritto il giorno prima che ricominciassero le giornate autunnali a Maggio, potrebbe essere che abbia portato sfiga, non so), uno parla dei 60 ghiaccioli blu all'anice che ho avidamente trangugiato nel giro di qualche giorno, un'altro parla della logica dei pacchi di ghiaccioli (sì, sono un po' fissata coi ghiaccioli, sono ghiacciolofila) perché nell'ultima confezione comprata ho trovato la bellezza di 7 ghiaccioli all'arancia, 7 all'amarena, 3 al limone, 2 alla Coca Cola e UNO, no voglio sottolineare UNO, alla menta.

Lo chiamavano Highlander, l'ultimo immortale ghiacciolo alla menta.

Eccolo qui, il mio tessssoro.


Ghiaccioli a parte, dovrei scrivere più spesso, ma una grande sciagura incombe su noi studenti: la sessione estiva. 
Sempre sia dannata.
Nei secoli dei secoli.
Se non scatena l'odio dei popoli universitari l'idea di sostenere studio serrato e esami in compagnia di sudore acre, zanzare ronzanti ed esultanti bambini già in costume, io non so davvero cosa possa scatenarlo.
Io, quando sopraggiunge questo periodo, inizio a inveire contro tutte le cose sopraelencate lanciandomi in velenosissimi insulti. A volte poi, mi escono degli insulti particolarmente creativi e me ne compiaccio anche.
L'altro giorno mi sono imbattuta in un'applicazione meravigliosa di Tumblr (che ho già osannato all'incirca 10745292648 volte tipo qui e qui) che è questa:

IO TI MALEDICO

In questo simpaticissmo sito si trovano delle idee meravigliose per insultare chicchessia.
State preparando un esamone e qualcuno vi parla di quanto sia brutto andare a mare perché ormai c'è troppa gente sulla spiaggia libera?  Il solito secchione di turno vi racconta di quanto poco ha studiato e di come andrà male quell'esame poi, come ogni volta, prende 30 e lode? Il vicino di casa organizza feste fino a notte fonda in cui le uniche canzoni che si sentono sono quelle orrende dei balli di gruppo?   Il vostro professore vi rimanda perché "hai studiato, ma puoi fare di meglio"?

Ecco, mentre preparate meticolosamente un malvagio piano di vendetta, potete mandare qualche bella maledizione:






















L'incubo della mia infanzia




Questa non è una vera maledizione, credo di avere una cotta per quell'uomo...






E infine le più cattive:


Dio non voglia.



Da fan solo una sillaba:
NO.
E' troppo persino per una maledizione.






domenica 5 maggio 2013

Malboro rosse, accendini rubati e tequila.

I suoi occhi indugiano sulle mie labbra chiedendo un bacio.
L'ho baciato solo una volta ieri sera.
Proprio prima di entrare in macchina, sapeva di menta, di fumo e di labbra morbide. A me sapeva anche di senso di colpa, a lui forse di speranza che non fosse l'ultimo.
Se lo avessi amato sarebbe stato perfetto. Sarebbe stata una di quelle storie che durano per tutta la vita. Quello che mi dispiace è che io lo penso sul serio e lui penserà che sia solo una presa in giro. Sembra uno dei soliti cliché, ma è vero. Non gli ho mai mentito.

"Ma dove lo trovi un altro con cui hai tutta questa affinità? Siamo fatti per stare insieme."

Ed è vero. Ho annuito e gliel'ho detto, che è vero, che stiamo benissimo e con lui mi sento bene, serena e le serate con lui passano in un battito di ciglia.  Abbiamo fatto nostri quei gradini, abbiamo visto gente arrivare, gente passarci davanti finché non siamo rimasti da soli e l'orologio segnava le 3 di notte. Abbiamo parlato moltissimo. C'è stata solo una parentesi di un bacio e poi nessun altro vuoto di silenzio.

Se fossi in un telefilm, ci avrei shippato tantissimo.
Si sarebbe chiamato "La Cla's creek", avrebbe avuto i drammi adolescenziali di Beverly hills, i film mentali di Jd, i bei vestiti di Gossip Girl e un pizzico di Skins.
Magari lo avrebbero trasmesso in seconda serata su Rai 4.

Il problema di Sapone è che, nonostante sia perfetto, non mi piace. Ci siamo incontrati e io stavo raccogliendo i cocci di me stessa e non potevo dargli nulla. Non ci sono farfalle, frenesia e ansie da appuntamento.
Sembro finita nell'inferno dei cliché: non sei tu, sono io; non è il periodo adatto; se solo ti avessi incontrato in un altro tempo della mia vita;

Ci sarà sicuramente un girone specifico per quelli come noi.


Rock and Roll, sent us insane,
 I hope someday that we will meet again 

giovedì 18 aprile 2013

Tu


Ho fatto un cd con tutte le canzoni che mi ricordano te. Ho ascoltato la tua voce risuonare nella mia mente per mesi. Ho imparato a memoria tutti i messaggi che mi hai mandato, così da poter leggere le tue parole anche dopo averle cancellate dal cellulare. Ho sostenuto il tuo sguardo fisso nel mio, il giorno che mi sei passato davanti ed io ero con un altro. Ho cercato la salvezza in un altro perché pensare a te mi faceva sentire stretta e non potevo più sopportarti, così ho cercato altri capelli da arruffare, altre mani da intrecciare, altre labbra da baciare per dimenticare le tue. Ho ricordato la tua espressione corrucciata, con quel naso leggermente storto, di quando mi hai detto che era tutto finito. Ho sentito il tuo profumo -Dio quel profumo- presa da attacchi di nostalgia di qualcosa che c'era stato tra di noi.
Mi sono imposta di non pensarti quando sembrava impossibile.

E ora penso a te molto di rado, ma ho ancora paura dell'effetto che mi potresti fare.